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Isole Malvine: sudamericanizzare le rivendicazioni, massimizzare i costi

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Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il 1° dicembre 1999, la Gran Bretagna ha ottenuto che le nostre Isole Malvine entrino a far parte della “regione periferica dell’Unione Europea”, prevista dall’Allegato II del Trattato. Così i 27 paesi membri dell’Unione Europea si sono resi complici e garanti dell’usurpazione britannica delle Isole Malvine. In questo modo la Gran Bretagna riuscirà ad europeizzare l’occupazione delle Malvine. Di conseguenza, da ora in poi, l’unica strategia possibile per l’Argentina è e sarà latino-americanizzare e sud-americanizzare il tema Malvine, affinché gli stati latino-americani si trasformino in protagonisti attivi del processo di recupero della sovranità argentina sulle isole dell’Atlantico del Sud. In questo senso risultano incoraggianti le parole pronunciate dal presidente del Brasile, José Ignacio Lula Da Silva, che ha affermato in tono perentorio: “Non è possibile che l’Argentina non prenda possesso delle Malvine e che, per contro, lo faccia un paese distante 14mila chilometri. Qual è il motivo geografico, politico ed economico per cui gli Inglesi si trovano nelle Malvine? Qual è la spiegazione politica per cui le Nazioni Unite non hanno preso una decisione al riguardo?”. E ancora: “È necessario che lottiamo con forza perché il Segretario Generale delle Nazioni Unite riapra il dibattito”. Il Presidente del Brasile ha indossato la maglietta dell’Argentina; ora bisogna che giochi la partita.

Senza dubbio in Messico, al vertice di Cancún, l’Argentina ha fornito un contributo rilevante a latino-americanizzare e sud-americanizzare la rivendicazione delle Malvine, da cui consegue che tutti i paesi fratelli dell’America latina condannano l’usurpazione britannica ed il suo intento di appropriarsi delle risorse petrolifere malvinensi.

Tuttavia è necessario passare immediatamente dalla solidarietà dichiarata alla solidarietà di fatto, passare dalle parole ai fatti. Per l’Argentina è imprescindibile alzare i costi dell’occupazione britannica delle Malvine ed ostacolare tutte le attività economiche che gli inglesi decideranno di avviare nell’arcipelago e nelle acque adiacenti. Questo è l’obiettivo tattico che la politica argentina deve perseguire, come principio assoluto d’azione, riguardo alle Malvine. L’Argentina deve abbassare il tono delle dichiarazioni e passare ad esprimersi con la forza dei fatti. È in questo senso che l’Argentina necessita dell’effettivo appoggio di tutti gli stati dell’America latina, e soprattutto di tre di questi: Brasile, Uruguay e Cile.

Evidentemente l’Argentina non può – dati i rapporti di forza – impedire lo sfruttamento petrolifero dell’arcipelago malvinense da parte della Gran Bretagna, però può, contando sulla solidarietà effettiva e non solo dichiarata di Brasile, Uruguay e Cile, renderla molto difficile in termini tecnici ed economicamente molto dispendiosa.

A questo proposito all’Argentina serve:

1) che Brasile, Uruguay e Cile si impegnino perché ogni nave in transito nei porti brasiliani, uruguaiani, cileni verso le Malvine, o che attraversi le rispettive acque territoriali per raggiungere le isole, abbia l’obbligo di previa autorizzazione delle rispettive autorità nazionali con sovranità territoriale, autorizzazione che dovrebbe essere automaticamente negata nel caso in cui le navi trasportino materiale che serva, direttamente o indirettamente, all’esplorazione petrolifera nelle Malvine;

2) che il governo cileno interrompa i voli settimanali per le Isole Malvine, effettuati dalla compagnia LAN, fino a quando non rientrerà l’aggressione unilaterale britannica;

3) che Brasile, Uruguay e Cile ricorrano urgentemente alle vie legali necessarie affinché nessuna impresa impiantata in Brasile, Uruguay e Cile partecipi, direttamente o indirettamente, allo sfruttamento petrolifero delle Isole Malvine;

4) che Brasile, Uruguay e Cile proibiscano ogni collegamento aereo tra i rispettivi territori nazionali e le Isole Malvine;

5) che tutte le misure adottate da Brasile, Uruguay e Cile siano adottate anche dall’UNASUR.

Il caso delle Malvine rappresenta una grande opportunità per il Brasile di dimostrare il valore delle proprie dichiarazioni e per il Cile di cancellare l’infamia connessa dalla dittatura militare di Augusto Pinochet Ugarte quando, in piena guerra delle Malvine, fornì appoggio logistico alle forze navali e aeree britanniche. Appoggio che contribuì alla morte di centinaia di soldati argentini.

Le Isole Malvine sono la prova del fuoco dell’UNASUR.


(Traduzione di Francesca Penza)


* Marcelo Gulo, politologo argentino, è docente presso l’Università di Lanús.


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